LINEA GOTICA

PRIMO PREMIO GARFAGNANA IN GIALLO/BARGA NOIR 2018 PER IL MIGLIOR ROMANZO INEDITO

Se quattro corpi senza nome tornano alla luce dopo settanta anni; se uno di loro è quello del comandante partigiano Lupo, anche se non potrebbe esserlo; se tutti preferiscono dimenticare; se su una serie di delitti che insanguina il paese si allunga l'ombra di quella vecchia storia risalente alla guerra; se passato e presente si mescolano senza soluzione di continuità; se l'inaspettata soluzione dell'enigma è un capolavoro di razionalità e logica; se l'ultima parola di questa storia non è di condanna, ma di pietà. "Linea gotica" è un omaggio alla detective story, ma anche un romanzo storico che mescola la finzione narrativa con vicende realmente accadute, un'occasione per parlare della complessità delle relazioni tra le persone, ma anche per riflettere sul tema della Resistenza, la cui trasmissione della memoria - anche attraverso opere di finzione letteraria - si pone come uno dei possibili compiti della letteratura "cosiddetta" di genere, che da sempre ha fornito un apporto essenziale alla costruzione di una cultura condivisa.

IDENTITÀ RUOLI SOCIETÀ

Cosa è che rende così difficile l’integrazione tra popolazioni diverse? Perché nel nostro Paese, diversamente da altri, il senso di appartenenza allo Stato è così poco sviluppato? Possiamo dirci realmente solidali con chi sta peggio di noi? Perché i partiti politici sempre di più sembrano assomigliare gli uni agli altri? Cosa sappiamo del fenomeno della violenza di genere? Come si concilia la singolarità individuale con le scelte di massa? Le trasformazioni di distretti industriali dove esistono comunità straniere strutturate possono fornirci una traccia di ricerca per studiare le traiettorie di cambiamento di altre realtà territoriali? La società che viene tratteggiata attraverso questo breve studio sociologico trova nella contrapposizione tra gruppi diversi il loro tratto comune – una concezione dell’Altro vissuta come negazione della propria, ma anche una diluizione delle identità individuali all’interno di più vasti paradigmi sociali a cui il singolo sembra essere disposto a sacrificare qualcosa della propria libertà per ottenere una appartenenza in grado di bilanciare quella condizione individualista che è il vero tratto caratterizzante della nostra epoca.  Con un contributo di Fabio Bracci

UNDERMEDIA VITA QUOTIDIANA AI TEMPI DELLE COMUNICAZIONI DI MASSA (ARACNE, 2012) Uno dei due assiomi che si pongono alla base di questo lavoro è che la realtà non esiste di per sé in modo oggettivo, ma è il frutto di un complesso processo di reificazione che percepisce e rielabora le informazioni ricevute in un quadro coerente; l’altro è che questo processo si conforma ad una alfabetizzazione socio culturale che ne determina non solo i contenuti, ma anche (soprattutto!) il modo in cui essi vengono elaborati. A questo livello individuiamo l’influenza dei mass media, a cui riconduciamo una significativa responsabilità nella profonda mutazione antropologica e culturale che ha modificato significativamente l’ambiente sociale a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, attraverso una ri-definizione del software alfabetico con cui, nella relazione che i soggetti instaurano attraverso di essi, vengono riorganizzate tutte le conoscenze. Necessario corollario di questa ipotesi è che la dimensione comunicativa in cui siamo immersi non ha semplicemente cambiato il nostro modo di vivere, ma ha cambiato noi. Prendere coscienza di questo significa separare le responsabilità dei media dalle nostre che li usiamo; qui si gioca una frazione significativa della partita che ha in palio il mondo che verrà, con la consapevolezza che la tecnologia non è buona o cattiva in sé, ma che può esserlo l’utilizzo che ne viene fatto.

MODELLI SOCIALI E ASPETTATIVE NUOVE GENERAZIONI ALLA CONQUISTA DEL MONDO RACCONTATO DALLA TELEVISIONE (Aracne 2012) Disagio sociale e conflittualità non derivano solo da oggettive condizioni di bisogno, ma sono causate anche dall’affermazione di una cultura del consumo che, con il contributo essenziale della televisione, traduce in beni gli status sociali di appartenenza, innalzando in modo insostenibile il livello delle aspettative e delineando, attraverso nuove artificiose identità individuali e sociali, una società in cui nessuno è libero di scegliere, ma solo di aderire o marginalizzarsi.